Ogni anno, viene celebrata la giornata internazionale dello Yoga, in concomitanza al solstizio d’estate che simbolicamente rappresenta l’equilibrio perfetto, idealmente perfetto, tra gli opposti. Un attimo magico, di perfetto bilanciamento degli opposti, di luce e buio.

A seguire, subito dopo il testo del Gayatri Mantra in neretto, ciò che Yoga significa per me, in relazione al nostro impegno etico in quanto associazione ecologica.

Oṃ bhūr bhuvaḥ svaḥ
tát savitúr váreṇyaṃ
bhárgo devásya dhīmahi
dhíyo yó naḥ pracodáyā

“Ogni cosa sulla terra, sopra, sotto ed intorno, deriva da un’unica fonte in continuo rinnovamento: se i miei pensieri, le mie azioni e le mie parole riflettessero la comprensione totale di questa unità, sarei la pace che vado cercando”.

In questa ennesima giornata internazionale dello Yoga (voluta da quell’Occidente dove ai nostri giorni è vissuto e commercializzato in maniera preponderante rispetto a dove ha iniziato a “prendere forma”, evolversi ed anche involversi, ovvero in India, ) vorrei qui tentare una riflessione su ciò che nella nostra tradizione significa quell’unica “fonte sempre rinnovabile” alla quale il soprascritto Gayatri Mantra si riferisce.

Formalizzato per la prima volta grazie agli Yoga Sutra di Patanjali, un insieme di sutra appunto, ovvero versi molto sintetici (spesso Sutra viene tradotto con aforisma) ed altrettanto densi che delineano il sistema filosofico dello Yoga, c’è una (ed una sola!) definizione data a spiegare la postura del nostro corpo (seduta) nella quale praticare lo Yoga.

Si trova nel secondo libro dei Sutra (questo compendio è costituito da 196 sutra e solo uno parla della pratica che le posizioni fisiche!!), il 47°: Sthira Sukham Asanam

La mia personale, semplice interpretazione: la nostra postura, per essere Yoga, non può che essere stabile e comoda.
Vorrei aggiungere “in tutte le circostanze”: durante l’eventuale pratica fisica, ma soprattutto nella nostra esistenza di tutti i giorni.
Vita quotidiana, fatta di momenti, che abbiamo più o meno il piacere di sperimentare, di vivere.
E’ in questa non dualità degli opposti (dolore e gioia, egoismo e generosità, gentilezza e noncuranza, benessere e malessere, confort e stress …) che si cela quella fonte, quel centro stabile e sicuro, confortevole e ricco di potenziale, dal quale ogni tipo possibile di fenomeno, dal “più grossolano al più etereo” si dirama, si espande, si manifesta.

Bene, quel centro è anche in noi, ci costituisce, letteralmente; ma, come passa attraverso il nostro corpo la pratica di una tale consapevolezza?
Riportando continuamente l’attenzione a quel centro di gravità permanente, quel centro fisico, emotivo, psichico, mentale, intuitivo; in continuo movimento, in costante interrelazione con l’esterno, ma anche stabile.
In salute, forte, fermo, pronto ed contemporaneamente uno spazio buono, confortevole, comodo, rilassato o comunque, in termini contemporanei, non teso. Pronto eventualmente all’azione, ma anche capace di stare a riposo, fermo, in delicata, gentile, ma salda armonia in relazione all’ambiente esterno.
Fatto di persone, animali, insomma… Natura!

Connessione.
Stando “seduti comodi” sempre, in qualunque Asana o posizione stiamo praticando: alla guida, al ristorante, a letto, al mare o in montagna, in città o in un fiume.
Come se osservandoci dall’esterno, all’interno del nostro corpo (un corpo energetico, emozionale mentale intuitivo eccetera) noi fossimo lì: ciò che siamo, seduti comodamente all’interno di noi stessi.
Come facciamo a stare seduti comodamente confortevoli in noi stessi e perché mai dovremmo farlo?

La pratica di rimanere seduti in maniera confortevole implica una parte di se stessi che è stabile, neutra, a prescindere dalle posizioni nelle quali si viene a trovare durante la più o meno “normale” vita quotidiana.
Chi siamo, ciò che pratichiamo senza un tappetino d’atterraggio sotto ai piedi.
Nella nostra vita di ogni giorno.
Nelle attività che facciamo, nelle relazioni che “stringiamo”, una postura comoda in noi stessi, un centro stabile e sicuro dal quale tutto si muove in termini di movimenti fisici, movimenti di pensiero, movimenti emotivi (non c’è alcunché di statico!)

Abbiamo costantemente la possibilità di ricordarci quella fonte di stabilità che pulsa dentro noi, che ci permette di essere a nostro agio a volte in situazioni che di agevole hanno ben poco, di “restare” comodi anche di fronte al fatto che spesso le cose non sono come vorremmo che fossero.
E a volte questo restare “fermi” nonostante tutto è ciò che di meglio possiamo fare…
Quando spesso, o troppo spesso, la vita ci impone reazioni, possiamo sempre e comunque cercare di Agire!

E’ per questo che sono qui a parlare di Yoga e a far parte di questa Associazione ecologica, con cuore pulsante nell’isola di Elafonisos.
L’ambiente che mi circonda riflette, colmo di bellezza, quella fonte pura, vuota ma densa di vita, di energia.
E’ per questo che, naturalmente, me ne prendo cura, praticando.
Cercando di rispettarlo nonostante la mia presenza e l’averci letteralmente costruito “casa e bottega”.

Nonostante la mia pigrizia, i miei tempi, le mie certezze ed i miei dubbi, la mia arroganza e le mie buone intenzioni, cerco di tornare a quel centro neutro, puro e denso, preservandone la corrispondenza esterna: raccogliendo plastica da terra, dalla spiaggia così morbida ed accogliente, dall’acqua così cristallina.
Insisto per ottenere più bidoni con coperchio dove si possano gettare i nostri rifiuti; più lavoratori che si occupino di raccolta, cerco di parlare e praticare insieme ai locali (prevalentemente greci, pachistani e bulgari).
Sicuramente provo dolore ma anche rabbia e certamente preoccupazione quando vedo gettare con un mozzicone in mare, quando vedo sacchi di rifiuti imbucati volutamente tra i cedri sulla spiaggia, o altri materiali nelle campagne o nei terreni che d’estate diventando via via più aridi.

Quando le macchine ed altri mezzi pesanti parcheggiano direttamente sulle loro radici.
Quando le persone non se ne accorgono.
Ma continuo a raccogliere.
E non sono la sola!!!!
Questo anche è Yoga.

Con amore, Raffaella Valentini
Om Shanti

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