Demetrios Markatos parla di Diving Parks. Sarebbero un nuovo strumento per lo sviluppo sostenibile e la protezione dell’ambiente marino e potrebbero essere una risposta alla domanda: come possiamo salvare il mare a beneficio della popolazione e soprattutto per gli isolani locali?
I mari di tutto il mondo stanno affrontando grandi problemi: inquinamento chimico, inquinamento da petrolio, rifiuti di plastica, inquinamento costiero urbano/turistico, pesca eccessiva, pesca illegale.
Le autorità di protezione marittima si trovano ad affrontare grandi difficoltà perché spesso le aree sono difficili da gestire, essendo non controllabili e le attività di controllo non finanziabili.
Pertanto, si possono suggerire diverse soluzioni: prima di tutto, la protezione marina deve essere economicamente sostenibile, più user-friendly per le popolazioni locali, più efficace, reale e non solo legale. Inoltre, il settore privato deve essere coinvolto nella gestione e nel finanziamento, e devono esserci programmi di protezione compensativa: chi inquina paga.
Lo strumento ideale sarebbe una rete di tante piccole AMP (Aree Marine Protette), con finanziamenti privati, senza finanziamenti statali, in modo da avere una protezione efficace e benefici per la popolazione locale.
I diving parks possono stimolare la rigenerazione marina e sarebbero supervisionati da servizi di immersione autorizzati offerti dai centri di immersione locali che consentono solo immersioni guidate. Ci sarebbero molti benefici diretti: rigenerazione della biodiversità, costante auto-arricchimento dell’area circostante con stock ittici, creazione di nuovo turismo subacqueo, sviluppo commerciale e occupazionale.
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